domenica 31 maggio 2015
Small Planet entra in Germania
[In Italia nulla è stabile fuorché il provvisorio. Giuseppe Prezzolini] Espansione in Germania per Small Planet Airlines. La compagnia ha incorporato Small Planet Airlines GmbH, il cui quartier generale si trova a Berlino. L'ingresso nel mercato tedesco era cominciato con una serie di accordi già siglati con alcuni noti tour operator locali. L'intenzione è stabilire un certificato di volo (Aoc) e operare voli sotto registrazione tedesca, basando i velivoli negli aeroporti principali e regionali in Germania. Il management sarà affidato ad Andreas Wobig e Oliver Pawel. "La Germania è uno step strategico che abbiamo lungamente preso in considerazione - afferma Vytautas Kaikaris, ceo di Small Planet Airlines. Ora che abbiamo trovato i giusti partner, siamo pronti a compiere questo passaggio". "Small Planet Airlines - aggiunge Andreas Wobig, ceo del business tedesco - ha dimostrato di essere una compagnia moderna e ben gestita. Acquisiremo vantaggio dall'infrastruttura low cost offrendo un prezzo attrattivo per un prodotto di qualità. Siamo convinti di aprire le porte per nuove opportunità in Europa e portare Small Planet Airlines a quelle vette del business che conoscono così bene".
Etihad, utile in crescita del 52%
[Ci sono uomini colti persino tra i professori. (da Saper leggere, Studio Tesi, 1988). Giuseppe Prezzolini] Etihad Airways ha raggiunto nel 2014 un utile netto di 73 milioni di dollari, per un fatturato complessivo di 7,6 miliardi di dollari, con una crescita rispettivamente del 52,1% e del 26,7% rispetto all'anno precedente. Si tratta dei migliori risultati dalla sua costituzione. "Il nostro azionista ha stabilito un chiaro mandato commerciale per questo business e noi continuiamo a produrre risultati a fronte di tale mandato – ha commentato il presidente e ceo, James Hogan. Il nostro impegno è finalizzato alla redditività sostenibile e il nostro quarto anno di utile netto, in un momento in cui continuiamo a investire in nuove rotte, nuovi aeromobili, nuovi prodotti e nuove infrastrutture necessarie per competere in modo efficace, dimostra la nostra perseveranza al raggiungimento di questo obiettivo”. La compagnia di Abu Dhabi ha trasportato un totale di 14,8 milioni di passeggeri nel 2014, con un aumento del 22,3% anno su anno. Il revenue passenger kilometres (Rpk) – che misura i viaggi dei passeggeri - è aumentato del 23,6%, mentre i posti disponibili per chilometro (Ask) – che rappresentano la capacità - è cresciuto del 21,8%. La crescita della domanda dei passeggeri e delle entrate nei 12 mesi ha continuato a superare l’aumento della capacità. Alitalia utilizzerà due Airbus ordinati da Etihad Airways per potenziare la flotta lungo raggio, che oggi conta 22 aerei sui 118 totali. I velivoli, due A330, saranno impiegati da giugno in dry lease, ovverosia con livrea ed equipaggi Alitalia, che pagherà ad Etihad un canone di leasing all'azionista Etihad. Ulteriori dettagli sull'operazione si potranno avere la prossima settimana, quando Alitalia presenterà il nuovo marchio, i nuovi interni e la nuova livrea.
Indagato A.D. Adr Lo Presti
[I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini. Giuseppe Prezzoloni] L'ad di Aeroporti di Roma, Lorenzo Lo Presti, è indagato dalla procura di Civitavecchia nell'ambito dell'inchiesta sul rogo nel Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino. E' accusato di avere violato la normativa sulla sicurezza dei lavoratori. L'ipotesi di accusa è legata all'impiego del personale, nei giorni successivi all'incendio, in violazione delle norme in materia di tutela della salute. Almeno 150 lavoratori hanno recentemente lamentato problemi respiratori ed alla pelle. È stato posto sotto sequestro il molo D del Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, quello sventrato dal rogo che la notte tra il 6 ed il 7 maggio ha devastato mille metri quadrati dell’area commerciale. La decisione è arrivata dalla Procura di Civitavecchia nell’ambito del nuovo fascicolo aperto per il rischio salute direttamente collegato ai risultati delle analisi effettuate dall’Agenzia Regionale per l’ambiente (Arpa) che hanno rilevato la presenza in quantità rilevanti di sostanze tossiche. Secondo quanto si apprende, nell’area sequestrata i valori di diossina, Pcb e furani supererebbero di dieci volte il valore riscontrato in situazioni analoghe e non il limite di legge, poiché questo non esiste. In una nota Aeroporti di Roma ha definito il sequestro “ingiustificato”, precisando che “nel provvedimento emesso dal magistrato non si fa alcun cenno alla diossina, che, tra l’altro, è stata sempre rilevata al di sotto dei limiti internazionali“. I magistrati hanno deciso di porre i sigilli non solo al molo riaperto il 18 maggio scorso ma anche alla sala operativa della polizia che opera all’aeroporto. La riapertura dell’area era stata disposta “dopo una riunione tenutasi presso la sede della Direzione Sistema Aeroporti Lazio dell’Enac – era scritto su una nota di Aeroporti di Roma – che ha coinvolto tutti gli attori aeroportuali ed un rappresentante della Asl Roma D, che ha dato il via libera alla riapertura dell’area non riscontrando alcun rischio per la salute di lavoratori e passeggeri”. E proprio il 25 maggio il nome di un dirigente dell’Azienda sanitaria, insieme a quello di uno dei vertici di AdR, è finito nel registro degli indagati. Per il primo si ipotizza l’abuso d’ufficio per non essere intervenuto a tutela e nel rispetto dello statuto dei lavoratori, mentre al secondo sarebbe contestata la violazione della normativa sulla sicurezza. Quello che oggi è riportato nelle analisi dell’Arpa era stato denunciato da tempo dai sindacati che la scorsa settimana avevano anche scioperato due ore per manifestare le loro preoccupazioni sui rischi legati alla presunta presenza di sostanze tossiche. Molti aeroportuali e dipendenti degli esercizi commerciali che lavorano al Terminal 3 continuano ad accusare malori ancora oggi. Dal 7 maggio, data del rogo, sono state 150 le persone costrette alle cure mediche, come hanno confermato le stesse organizzazioni sindacali davanti alla commissione sugli infortuni sul lavoro del Senato che ha deciso di aprire un fascicolo dedicato proprio ai rischi sulla salute all’aeroporto di Fiumicino. Ma ora, dal nuovo fascicolo della Procura di Civitavecchia, ci si attendono nuovi sviluppi e non è escluso che nei prossimi giorni possano spuntare nuovi indagati. Parallelamente procede anche l’inchiesta per incendio colposo, che vede iscritti nel registro degli indagati quattro operai addetti alla manutenzione e di un dirigente di Adr, il coordinatore degli impianti tecnici. Aeroporti di Roma, dopo le preoccupazioni da parte dei lavoratori aeroportuali riguardanti la salubrità dei luoghi di lavoro, dovute alla mancata comunicazione da parte delle Autorità competenti delle analisi comprovanti il relativo stato della struttura aeroportuale coinvolta dall’incendio del 7 maggio che sta comportando notevoli disagi, ha chiesto all’Enac una riduzione dell’operatività aeroportuale del Leonardo da Vinci al 60%.
venerdì 29 maggio 2015
Intrervista a Manlio Munafò
Prima di
arrivare alla provincia si parlava di lui come il possibile nuovo dirigente
generale del dipartimento acque e rifiuti. Poi, il governo regionale ha deciso di virare su Domenico Armenio. Manlio
Munafò è il nuovo commissario del Libero consorzio di Palermo. Una nomina
attesa, un pò più delle altre. Quella del capoluogo, infatti, era l'unica
casella ancora libera tra quelle di guida delle ex Province. L'ingegnere Manlio
Munafò, ironia della sorte, è stato il padre dell’aeroporto di Punta Raisi, direttore dei lavori della nuova aerostazione. Oggi si ritrova a essere l’azionista
di maggioranza della Gesap. Le province non esistono più, non si capisce bene, però, il futuro ... Non è vero che le province non esistono più , in Sicilia le province esistono ancora e continuano a svolgere, purtroppo, tutte le funzioni che svolgevano le ex province regionali. Oggi, dobbiamo parlare di liberi consorzi di comuni che recentemente ha subito una battuta di arresto. L"8 aprile, quando in sede legislativa, non è stato approvato l'art. uno della legge di riforma. Questo ha comportato l'accantoamento del ddl con il rinvio alla commissione competente. Nel resto d'Italia le province sono state oggetto di trasformazione mediante la legge cosiddetta Delrio, la 54, questa trasformazione, ancora in corso e anche in questo caso i problemi non mancano. In Sicilia siamo ancora un passo più indietro, e pertanto i liberi consorzi si trovano oggi a continuare a gestire le competenze istituzionali di competenza delle vecchie provincie. Senza però le risorse economiche. Questo perché lo stato è la regione hanno diminuito i trasferimenti finanziari. La realizzazione e manutenzione delle strade provinciali, manutenzione degli istituti scolastici, assistenza categorie particolarmente sensibili quali i portatori di handicap ... Tutti continuano a essere in carico alla provincia regionale che difficilmente potrà gestire tutte queste emergenze. Dal 2010 al 2014 la provincia ha subito riduzione di trasferimenti per oltre 50 milioni di euro, su un bilancio che era di 180 milioni. Quest'anno subiamo una riduzione di ulteriori 17 milioni, per l'anno prossimo si prevede un'ulteriore riduzione di 21 milioni. Con questi tagli drastici difficilmente si potranno garantire i livelli essenziali dei servizi che finora la provincia a prestato all'utenza. Il centro di padre Annibale di Francia che assiste sordomuti riceve un contributo dalla provincia solo per 160 giorni all'anno. Il contributo quest'anno è ulteriormente diminuito tanto da indurre il centro a iniziare la
procedura di mobilità per 18 dipendenti. Siamo alla frutta? Qualsiasi attività ne subisce le conseguenze, compresa il centro da lei citato. Stiamo facendo tutto il possibile per cercare di limitare i disagi dei vari enti che usufruivano di contributi da parte della provincia. In questo momento non è facile offrire la copertura per tutti i servizi che offrivamo. Dovremo fare delle scelte non facili. Come giudica la gestione dell'Anas in Sicilia? Non vorrei entrare nel merito della gestione di altri enti che non fanno parte del circuito regionale. Anche l'Anas,però, si trova nelle difficoltà economiche che stanno attraversando tutti gli enti pubblici. Il problema fondamentale riguarda il sistema viario siciliano che non è ancora adeguato alle effettive esigenze di sviluppo che una regione come la Sicilia richiederebbe. La Gesap non sarà, per ora, privatizzata. Ritiene che sia la soluzione più logica? In questo momento si, i fatti sconfortanti che hanno interessato la Gesap con l'arresto del suo presidente hanno esposto l'azienda a speculazioni mediatica oltre che strutturale. Ritengo che il processo di privatizzazione che si era avviato nei momenti e nei modi consoni debba essere ripreso, convinto che la gestione di un aeroporto debba essere gestito da privati. A che condizioni privatizzare? Che il soggetto scelto sia affidabile, che effettivamente miri allo sviluppo e che il corrispettivo di vendita, per i soci, sia congruo, sia allineato agli effettivi valori di mercato. Approvato il bilancio il cda della Gesap dovrà dimettersi. La provincia confermerà i consiglieri uscenti? Approvato il bilancio il cda decade, non da le dimissioni. Ho già intrapreso con i rappresentanti del cda in quota provincia che il bilancio della Gesap venga approvato in tempi brevi. I primi di giugno dovremmo avere il bilancio definitivo. Non faccio un discorso di nomi perché questo cda ha cambiato il modus di agire della Gesap in varie tematiche. Questo evento giudiziario, che ha colpito un membro del cda, ha dato una scossa
fondamentale a tutto il sistema Gesap. Nelle sedi opportune sarà affrontato il problema delle nomine dei nuovi consiglieri. Probabilmente si poteva fare, in passato, qualche cosa in più per evitare che quello che è successo accadesse. Dunque, lei è soddisfatto dei due consiglieri uscenti? Si debbo dire di si. Hanno portato avanti delle iniziative lodevoli e interessanti. Prende corpo una voce che sostiene che Volareweb avrebbe vinto (l'appello, mentre il primo grado era stato vinto dalla Gesap) la causa contro la Gesap. Si dice che la Gesap sarebbe stata condannata a pagare 4 milioni di euro. Ne vogliamo parlare? Il cda mi ha informato di questa situazione anche se a tutt'oggi non abbiamo ancora conoscenza del testo della sentenza. Tutto questo inciderà negativamente su gli utili che la Gesap anche quest'anno ha ottenuto. Tuttavia da quanto mi riferisce il cda anche l'esercizio 2014, come il precedente 2013, si chiude, per la seconda volta, nella storia della Gesap, con un utile ovviamente ridotto rispetto a quello che ci si aspettava. Il cda mi ha confermato che gli impegni presi dalla Gesap per finanziare i piani di investimenti verrà garantito nel prossimo triennio. Lei è stato il padre di questa nuova aerostazione, 20 anni per completare i lavori, come ritiene sia stata gestita la manutenzione? I pontili chiusi per manutenzione, in estate; l'adeguamento antisismico che ancora non c'è .... Una inchiesta giudiziaria che ancora deve dare il meglio di se. Lo scalo di Punta Raisi sembra l'eterna incompiuta. Non crede? Io penso che parlare di manutenzione in una struttura in movimento, quale può essere un'aerostazione, può essere un tema delicato. Sono temi abbastanza complessi e complicati. Probabilmente negli anni passati la manutenzione non è stata affrontata in maniera tempestiva. Non possono andare in manutenzione tutti i pontili in estate contemporaneamente. La logica ci impone di organizzare le cose in maniera diversa. Il segreto di una buona manutenzione riguarda la programmazione ed è proprio questo che è mancato alla Gesap. Questo, e non solo, sarà affrontato nel prossimo cda.
fondamentale a tutto il sistema Gesap. Nelle sedi opportune sarà affrontato il problema delle nomine dei nuovi consiglieri. Probabilmente si poteva fare, in passato, qualche cosa in più per evitare che quello che è successo accadesse. Dunque, lei è soddisfatto dei due consiglieri uscenti? Si debbo dire di si. Hanno portato avanti delle iniziative lodevoli e interessanti. Prende corpo una voce che sostiene che Volareweb avrebbe vinto (l'appello, mentre il primo grado era stato vinto dalla Gesap) la causa contro la Gesap. Si dice che la Gesap sarebbe stata condannata a pagare 4 milioni di euro. Ne vogliamo parlare? Il cda mi ha informato di questa situazione anche se a tutt'oggi non abbiamo ancora conoscenza del testo della sentenza. Tutto questo inciderà negativamente su gli utili che la Gesap anche quest'anno ha ottenuto. Tuttavia da quanto mi riferisce il cda anche l'esercizio 2014, come il precedente 2013, si chiude, per la seconda volta, nella storia della Gesap, con un utile ovviamente ridotto rispetto a quello che ci si aspettava. Il cda mi ha confermato che gli impegni presi dalla Gesap per finanziare i piani di investimenti verrà garantito nel prossimo triennio. Lei è stato il padre di questa nuova aerostazione, 20 anni per completare i lavori, come ritiene sia stata gestita la manutenzione? I pontili chiusi per manutenzione, in estate; l'adeguamento antisismico che ancora non c'è .... Una inchiesta giudiziaria che ancora deve dare il meglio di se. Lo scalo di Punta Raisi sembra l'eterna incompiuta. Non crede? Io penso che parlare di manutenzione in una struttura in movimento, quale può essere un'aerostazione, può essere un tema delicato. Sono temi abbastanza complessi e complicati. Probabilmente negli anni passati la manutenzione non è stata affrontata in maniera tempestiva. Non possono andare in manutenzione tutti i pontili in estate contemporaneamente. La logica ci impone di organizzare le cose in maniera diversa. Il segreto di una buona manutenzione riguarda la programmazione ed è proprio questo che è mancato alla Gesap. Questo, e non solo, sarà affrontato nel prossimo cda.
giovedì 28 maggio 2015
Bilancio Ryanair in utile netto a +66%
[Colui che giunge alla coscienza della vita spontanea che si manifesta negli spiriti individuali è un mistico. Sia pure artista, filosofo, uomo di armi, poeta: purché non attribuisca a se stesso la propria creazione, egli è un mistico. (da Saggio sulla libertà mistica, 1907). Giuseppe Prezzoloni] L’esercizio finanziario chiuso il 31 marzo scorso mostra profitti dopo le tasse a quota 867 milioni di euro contro i precedenti 523; i clienti hanno superato la soglia dei 90 milioni (+11%). Un bilancio da ricordare quello chiuso il 31 marzo scorso da Ryanair. L’utile dopo le tasse è stato pari a 867 milioni di euro (era 523 l’anno prima) e i passeggeri sono stati 90,6 milioni, in crescita dell’11% rispetto ai precedenti 81,7. I ricavi sono aumentati del 12%, passando da 5,037 milioni di euro a 5,654 milioni. "Siamo lieti – ha commentato il ceo Michael O’Leary – di celebrare il 30esimo compleanno di Ryanair con un utile netto in crescita del 66%, fatto che dimostra come il nostro modello di costo, trasformato con l’iniziativa “Always Getting Better” (Agb) abbia provveduto ad attrarre milioni di nuovi clienti”. Lo sviluppo del business nello scorso esercizio ha previsto una rivisitazione delle strategie aziendale, un’espansione in aeroporti primari e lo sviluppo di progetti business. “Il programma Agb –commenta l’azienda - ha consentito di trasformare l’esperienza dei clienti in tutti i mercati. Ora siamo la compagnia numero 1 o numero 2 nella maggior parte dei Paesi europei, ad eccezione di Francia e Germania”. La combinazione di tariffe low cost e maggiori servizi per il passeggero ha consentito di aumentare i coefficienti di riempimento e lo share di traffico. Ryanair comincia da Pisa a presentare a scuole, club sportivi e comunità il suo nuovo servizio dedicato ai gruppi nato in seguito al lancio di “Business Plus”, pensato specificatamente per chi viaggia per affari, con biglietti flessibili, imbarco prioritario e bagaglio da stiva. “Entrambi i servizi sono disponibili sulle 46 rotte servite dall’aeroporto Galileo Galilei di Pisa nell’estate 2015, da e per il quale Ryanair trasporterà 3 milioni di clienti quest’anno”, comunica la compagnia.
Catania-Cagliari con Volotea
[La roba di tutti (uffici, mobili dei medesimi, vagoni, biblioteche, giardini, musei, tempo pagato per lavorare, ecc.) è roba di nessuno. Giuseppe Prezzoloni] Estate ricca di novità per Volotea: domani, venerdì 29 maggio, decollerà infatti il volo inaugurale della nuova rotta da Cagliari verso Catania. Salgono così a 3 le mete raggiungibili con il vettore dallo scalo sardo, da cui è possibile prendere il volo anche verso Venezia e Ancona (rotta operativa dal 28 giugno). Collegare le due principali isole italiane rappresenta per Volotea un importante traguardo strategico. La nuova rotta Cagliari-Catania è stata studiata appositamente per soddisfare le esigenze di viaggio dei passeggeri che desiderano approfittare delle offerte del vettore per spostarsi con facilità tra Sardegna e Sicilia, durante tutto il periodo estivo. L’obiettivo di Volotea per i prossimi mesi, infatti, sarà di favorire il flusso turistico da e verso le due isole.
SunExpress a Izmir, la perla dell’Egeo
[Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne. Giuseppe Prezzolini] La compagnia aerea SunExpress, joint venture tra Lufthansa e Turkish Airlines presente sul mercato da 25 anni, ha inaugurato i primi voli diretti bisettimanali da Milano Malpensa e Roma Fiumicino per Izmir (Smirne) sulla costa egea della Turchia. In occasione dei nuovi voli SunExpress propone una tariffa speciale per agenti di viaggio di 40 Euro a tratta (tutto incluso, tariffa soggetta a condizioni). Grazie al nuovo collegamento SunExpress rappresenta il partner ideale per scoprire Izmir, perla dell’Egeo e una delle destinazioni balneari più famose della Turchia. Terza città del Paese, Izmir sorge nel golfo omonimo con alle spalle le montagne. Quella che la leggenda annovera come il paese natale di Omero, oggi è una città in perfetto equilibrio tra modernità e tradizione e punto di partenza ideale per escursioni verso le antiche rovine di Pergamo e Troia e la città di Efeso. I voli SunExpress per i vostri passeggeri sono prenotabili tramite Amadeus e Sabre a partire da 59,99 Euro per tratta e persona, tutto incluso.
La corte dei conti bacchetta le province
[Trippa china
canta, no cammìsa nova! Pancia piena canta, non camicia nuova ovvero, meglio
comprare da mangiare che comprare una camicia nuova e non mangiare. Frase
calabrese] I dirigenti delle Province, cioè proprio degli organismi che per
legge stanno per essere “ridimensionati”, sono quelli che costano di più:
97.444 la spesa media nel 2013, contro 89.748 dei dirigenti delle Regioni e
85.075 di quelli comunali. È quanto
rende noto la Corte dei Conti nella sua relazione su “La spesa per il personale
degli enti territoriali”. Spesa che, in totale, ammonta a circa 15 miliardi di
euro (invariata rispetto all’anno precedente) ed è così ripartita: 2,8 miliardi
per le Regioni, 1,5 per le Province e 10,9 per i Comuni. A preoccupare la Corte
dei Conti è anche “il ritardo che sta incontrando” l’attuazione del riordino
delle Province: “L’anticipazione degli effetti finanziari che si concretizzano
nei tagli di spesa” disposti dalla Legge di Stabilità, “rispetto all’effettivo
trasferimento” delle uscite, come “la spesa per il personale eccedentario”, produce
un “effetto distorsivo”. La situazione, però, cambia se si esaminano i
‘travet': i dipendenti più costosi sono quelli regionali (spesa media 34.870
euro), a fronte di 27.922 e 28.156, rispettivamente, per quelli comunali e
provinciali. L’analisi non comprende gli organismi partecipati, che non sono
soggetti all’obbligo di redazione del conto annuale. L’intero settore occupa
complessivamente circa 533.000 unità, distribuite tra personale dirigente,
segretari comunali/provinciali e direttori generali, personale con qualifica
non dirigenziale. La Corte punta il dito sulla “distribuzione non uniforme del
personale sul territorio nazionale, con punte di maggiore concentrazione nelle
Regioni del Sud e in Sicilia” che “si riflette anche sul rapporto di incidenza
tra dipendenti e dirigenti, in sé sintomatico della corretta organizzazione
degli apparati amministrativi”. Sotto questo profilo, sottolinea che, mentre
nel complesso delle Regioni l’incidenza è di un dirigente ogni 14 unità di
personale, nei Comuni è di 1 ogni 67 e nelle Province di 1 ogni 53, con
significative variazioni da Regione a Regione. In alcuni casi questo rapporto,
pur essendo ampiamente favorevole rispetto alla media, non può essere
considerato per la Corte “indicativo di un’ottimale organizzazione del lavoro”
per la presenza di un elevato numero di personale. Gli effetti della spending
review, si legge nella relazione, si rilevano nella maggior parte degli enti.
In particolare, variazioni della consistenza media si registrano nei Comuni
(con una riduzione dei segretari comunali/direttori generali del 3,70%, dei
dirigenti dell’11,25% e dei non dirigenti del 4,71%, a fronte di una
diminuzione della spesa totale complessiva del 5,52%), e nelle Province, dove,
alla flessione del personale (segretari provinciali/direttori generali del
9,59%, dirigenti del 16,50% e non dirigenti del 6,98%) corrisponde un
decremento della spesa totale del 7,54%. Più articolata la situazione nelle
Regioni, dove, a livello nazionale, a fronte di una riduzione delle unità annue
pari a 2,54 % nel triennio 2011/2013, si assiste a un aumento della spesa
totale dell’ 1,39%. “Al riguardo, un indicatore significativo ai fini
dell’analisi del costo del personale, in quanto indipendente dal numero dei
soggetti, è costituito dalla spesa media, che, in presenza dei noti
vincoli/blocchi stipendiali, dovrebbe rimanere stabile. Si rileva, invece, la
tendenza della stessa a crescere in talune realtà territoriali, nonostante una
sensibile contrazione della consistenza del personale dirigente (nelle Regioni,
alla riduzione delle unità annue del 5,38 corrisponde un aumento della spesa
media pari al 4,67%). Tale circostanza è sintomatica della reiterata prassi di
ripartire le risorse del trattamento accessorio tra i dirigenti rimasti in
servizio” dice la Corte dei Conti.
Gh Pmo – Cisal, fine di un amore?
[La gatta presciarola faci li gattareddhi morti. La gatta
frettolosa fa i gattini morti. Frase calabrese] In data 27 maggio la Cisal ha deciso di inoltrare una richiesta di verifica
sull’accordo che prevedeva l’applicazione dei contratti di solidarietà su base
volontaria. “Lo abbiamo fatto – si legge in una nota - perché non vediamo
chiaro sulla ennesima chiamata della azienda che ci ha chiesto di andare a
firmare un altro elenco contenente dei nomi diversi rispetto a quello già
sottoscritto in precedenza”. Un ufficio
del personale distante un migliaio di KM ha fornito fino a tre conteggi diversi
l’uno dall’altro a tutti i lavoratori che ne hanno fatto richiesta non
chiarendo esattamente quale retribuzione mensile sarebbe uscita in busta paga. Lo abbiamo fatto perché la GH si era impegnata
a dare i livelli ai facenti funzioni e mansioni superiori (pensiamo ad esempio ai terzi livelli
impiegati e livello superiore agli operai che portano mezzi complessi) contravvenendo
agli impegni assunti. “Lo abbiamo fatto perché ci giunge notizia (e di questo
vogliamo informarvi) che la azienda sembra non abbia alcuna voglia di prendere
ulteriore personale, nonostante abbia firmato un accordo nel quale c’è scritto
che dovevamo fare una riunione ad hoc riguardante ad esempio il personale
stagionale o in ammortizzatore sociale ex Alitalia. Lo abbiamo fatto perché ci è stato detto che il numero previsto da
raggiungere di volontari non è stato raggiunto e la azienda “Preme” per trovare
altre 10 persone …Lo abbiamo fatto perché l’accordo prevedeva l’obbligo per
quelli che erano vicini alla età pensionabile di collocarli in mobilità aprendo
spazi all’incremento del personale che ad oggi è forzatamente part time”. Certo
se una storia finisce gli altri, i cosiddetti sfigati, godono e tentano di
consolare la dama napoletana, proponendosi in vario modo. Ma la donna
napoletana sa essere focosa, passionale … ma, all’occorrenza profumiera.
martedì 26 maggio 2015
Zecchinetta a Punta Raisi
[Gli uomini politici italiani, in generale, sono mediocri. (citato in Rudy de Cadaval, La Nuova Tribuna Letteraria, Anno XI, n. 64, Padova 200). Giuseppe Prezzolini] La Gh di Palermo ha aperto la solidarietà per i propri dipendenti. Anche unità appartenenti alla clausola sociale avrebbero manifestato l'interesse per andare in solidarietà, ma devono attendere novanta giorni dalla firma del nuovo contratto. Ma sorge un problema che potremmo definire morale, chi è transitato da Pae Mas in Gh da la possibilità a quest'ultima azienda di usufruire delle detrazioni fiscali per un triennio. Se un gruppo decide di essere solidale con la solidarietà altri gravi fiscali verrebbero pagati dallo stato, cioè da noi contribuenti, alla ditta che a Palermo detiene il 95% del traffico andrebbero ad accumularsi sgravi su sgravi. Il mondo sindacale, pronto sempre a firmare accordi per tutelare l'occupazione, recentemente sembrerebbe passato alla fase del tanto peggio tanto meglio. Mi spiego meglio. Con la scusa, l'attenuante generica, di tutelare i lavoratori, i sindacati, oggi, difendono gli imprenditori incapaci nel gestire e che si fanno scudo dei propri dipendenti, i cosiddetti civili inermi, le vittime collaterali. Se un'azienda dichiara lo stato di crisi, pur avendo il 95% del traffico aereo, e dopo avere esaurito i due anni di cig ora chiede la solidarietà anche se volontaria, mandando anche personale in mobilità (il più anziano, prossimo alla pensione) e alla fine assume, a tempo indeterminato, per sette mesi part time (4 ore) 36 stagionali. Quattro avrebbero vinto comunque la causa il tre di giugno con relative somme arretrate, ma accettando l'assunzione a tempo indeterminato per 12 mesi hanno rinunciato a ogni tipo di contenzioso. Perché, questo gioco al massacro a chi può giovare? L'azienda risparmia, il contribuente paga. Ma anche se c'è la firma dei sindacati l'anomalia resta, a Contessa Entellina questo gioco viene chiamato il gioco delle tre carte: carta vince, carta perde ... Dov'è l'asso. In questo caso il trucco c'è e si vede. I sindacati preferiscono, però, giocare a zecchinetta.
La zecchinetta, anche detto lanzichenecco o lasqueneet, è un
gioco d'azzardo popolare italiano il cui nome deriva dai lanzichenecchi che,
nel XVI secolo, introdussero il gioco in Italia. Anticamente si utilizzavano 3
mazzi di carte francesi dai quali venivano eliminati i jolly e tutte le carte
con valori da 2 a sei. Nella sua versione moderna viene giocato con un mazzo
italiano di 40 carte. A turno ogni giocatore ricopre il doppio ruolo di
banchiere e mazziere. Ma il mondo sindacale sembra, usando un termine aeronautico, in stallo. Non si comprende per quale motivo è scoppiata l'ansia del tutti dentro a ogni costo.
lunedì 25 maggio 2015
MI6 CERCA PERSONALE
[La diritta è
serva della mancina. La mano destra è al servizio della sinistra. Frase toscana]
I servizi segreti britannici cercano nuovi agenti segreti: e lo fanno, come la
maggior parte dei datori di lavoro del Regno Unito, con un annuncio sul
giornale. L'MI6, l'agenzia di intelligence esterna, pubblica così il suo
profilo ideale per lo '007' di oggi sul Times: ”Donna, Araba britannica, 23
anni, di Newcastle. Laurea in ingegneria informatica, musulmana, amante dei
gadget elettronici, appassionata di jogging”. E quindi l'appello: se hai questi
requisiti, contatta il Servizio segreto. In Gran Bretagna c'è una “minaccia
crescente” di un attacco con armi chimiche condotto dai jihadisti dell'Isis che
tornano nel Regno Unito dopo essere stati in Siria o Iraq. È quanto afferma il Times in prima pagina,
citando alcuni esperti di sicurezza. In particolare potrebbero essere preparate
bombe al cloro, una sostanza che si può trovare facilmente e in larghe quantità
nel Paese. Nel mentre, in Siria, l'Ondus ridimensiona il bilancio delle vittime
per mano dell'Isis. Sono 67, tra i quali 12 donne e 14 minorenni compresi
ragazzi e bambini, i civili uccisi a Palmira e nella regione circostante
dall'Isis dall'inizio dell'offensiva jihadista, 12 giorni fa. Il bilancio è
stato fornito durante la notte dall'ong Osservatorio nazionale per i diritti
umani (Ondus), dopo che ieri la Tv siriana aveva parlato di 400 civili uccisi,
in maggioranza donne e bambini. L'ong
aggiunge che sono stati giustiziati, in maggioranza decapitati, 150 soldati,
miliziani filo-governativi o presunti informatori del regime. Altri 600
militari, miliziani e civili sospettati di essere “agenti delle forze del
regime” sono stati fatti prigionieri dallo Stato islamico e sulla loro sorte
non si sa nulla. Le uccisioni di cui parla l'Ondus sono avvenute non solo a
Palmira ma anche nella regione circostante, a partire dalla cittadina di Al
Sukhna, 30 chilometri a Est, da dove è partita l'offensiva che ha portato i
jihadsti ad impadronirsi della città-oasi. L'ong precisa che la maggior parte
dei civili uccisi erano accusati di avere nascosto nelle loro case membri delle
forze del regime ai quali l'Isis dava la caccia dopo la caduta di Palmira. Circa
55 mila persone sono in fuga da Ramadi, la città irachena conquistata dall'Isis
lo scorso 17 maggio. Lo affermano fonti delle Nazioni Unite, spiegando come la
maggior parte dei fuggitivi sta tentando di raggiungere Baghdad. In marcia ci
sarebbero circa 9.000 famiglie, alle quali viene distribuito dal personale di
alcune agenzie Onu un “dignity kit” che contiene prodotti per l'igiene di base
come dentifricio, spazzolino, shampoo, sapone, prodotti per l'igiene femminile
e biancheria intima. Più dell'80% di internauti che hanno navigato nel sito
Internet di al Jazeera, la tv panaraba edita dal Qatar, si dicono “sostenitori
delle vittorie dello Stato islamico” (Isis) in Iraq e Siria. Nella sezione dei
sondaggi del sito di al Jazeera da sabato scorso è posta la domanda e fino a oggi
81,2% di risposte sono da “sostenitori delle vittorie dell'Isis”, mentre il
18,8 ha affermato di non sostenere l'offensiva jihadista. Il numero dei votanti
totale è stato finora 37.027. Di questi, oltre 30mila hanno detto di sostenere
l'avanzata dell'Isis.
Tim Cook contro il razzismo
[Dove son femmine e oche le parole non son poche. Detto toscano]
“C'è qualcosa di molto pericoloso che sta accadendo negli Stati di questo Paese”.
Inizia così l'articolo scritto per il Washington Post da Tim Cook,
l'amministratore delegato di Apple, per denunciare le leggi e le proposte di
legge che, in più di due dozzine di Stati, “permetterebbero alle persone di
discriminare” gli altri. Cook accusa in particolare le leggi approvate in
Indiana e Arkansas, dove un individuo può rifiutarsi di servire un cliente o di
rispettare una legge statale contro la discriminazione in nome della libertà
religiosa, del proprio diritto a rispettare la fede. Ci sono poi molti altri
casi di leggi o proposte di legge “più trasparenti nel loro sforzo di
discriminare”: in tutto, sono più di cento. “Queste proposte di legge
giustificano l'ingiustizia facendo finta di difendere qualcosa che è caro a
molti di noi. Vanno contro i veri principi su cui è stata fondata la nostra
nazione e hanno il potenziale per disfare decenni di progressi verso una
maggiore uguaglianza”. I primi prodotti compatibili con HomeKit, la piattaforma
di Apple per la smart home, arriveranno a giugno. Come riporta il Wall Street,
il colosso di Cupertino ha così smentito le indiscrezioni riferite da Fortune,
che parlava di ritardi fino a ad agosto o settembre. HomeKit è stata presentata
quasi un anno fa, durante la Worldwide Developers Conference di giugno scorso,
ed è una piattaforma dedicata all'automazione della casa. “HomeKit è
disponibile da alcuni mesi e abbiamo già decine di partner, che si sono
impegnati a mettere sul mercato accessori compatibili con la piattaforma. I primi
arriveranno il mese prossimo”, ha detto Trudy Muller, portavoce di Apple. Apple
non aveva fornito una data precisa su quando i primi prodotti compatibili con
HomeKit sarebbero arrivati sul mercato, ma uno sviluppatore al lavoro sul
progetto a inizio anno aveva detto al sito di informazione tecnologica Re/Code
che i prodotti sarebbero stati pronti a maggio o giugno.
domenica 24 maggio 2015
L’azienda deroga al Jobs Act
[Lu gabbu rriva e la jastima no. Il gabbo arriva e la
bestemmia no. La sorte si ritorce contro chi si beffa qualcuno al contrario
delle bestemmie. Detto calabrese] “Questo accordo non s’ha da fare”. Forse
conviene rispolverare il vecchio adagio del manzoniano Don Abbondio per
spiegare il caso Trelleborg Wheel Systems di Tivoli (azienda del settore
pneumatico) che ha siglato un accordo con i sindacati dei chimici prevedendo di
fatto una deroga al Jobs Act, in particolare sugli effetti del licenziamento.
L’intesa è stata duramente criticata da Maurizio Stirpe, presidente di
Unindustria secondo cui “viene così messa fuori di fatto dalla nostra associazione
l’azienda firmataria”. “Tale accordo va esattamente nella direzione opposta a
quanto previsto dalla nuova normativa contenuta nel Jobs Act del governo di
Matteo Renzi e crea un notevole pregiudizio agli interessi del mondo
imprenditoriale. Per questo motivo, il sistema delle imprese auspica fortemente
- conclude Stirpe - che l’esecutivo intervenga in maniera decisiva sancendo
l’indisponibilità a livello contrattuale della normativa sui licenziamenti”.
Dura la replica dei sindacati: per Emilio Miceli, segretario generale della
Filctem-Cgil, “siamo all’olio di ricino, alle punizioni, alle espulsioni”. “Da
questo atteggiamento - conclude Miceli - si capisce quanto grande sia la
distanza tra la politica, anche nella versione di Confindustria, ed i luoghi di
lavoro”. Assunzioni in aumento per le piccole e medie imprese nel 2015
soprattutto per quelle attive sul web. Le previsioni di Unioncamere indicano
una crescita di 23 mila entrate rispetto al 2014 (+4%) con 595 mila nuovi
contratti pianificati, dei quali 472.540 assunzioni di personale alle
dipendenze dirette e 122.300 per l'atipico. Boom per il lavoro stabile, con
+82,5% di contratti a tempo indeterminato (+73.140 rispetto al 2014) per un
totale di quasi 162 mila assunzioni. Vola il Nord Ovest (+12,4%). Le assunzioni
“stabili”, secondo il sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero
del Lavoro citato nel rapporto, si devono per 35.600 unità all'effetto del Jobs
Act, di queste 25.700 sono effettivamente aggiuntive, perché in assenza della
riforma non sarebbero state programmate dalle Pmi; poco meno di 10 mila invece,
si devono all'incentivo economico che ha portato le aziende ad anticipare le
assunzioni previste per il 2016. Nel dettaglio, diminuiscono i parasubordinati
(-11.440 collaboratori e partite Iva) e aumentano i dipendenti (+34.300
compresi gli interinali). Crescono le Pmi che prevedono assunzioni, 19 mila in
più rispetto al 2014 per un totale di 210 mila imprese; a programmare nuovi
ingressi è il 14,1% (12,4% nel 2014), quota che arriva al 20% nel caso di
imprese online (10% le non presenti in Rete). Una ripresa occupazionale più
accentuata nel Nord Ovest, con velocità tripla rispetto alla media Italia,
mentre stenta ancora a ripartire il Nord est (-2,2%). “Lo stato di salute della
nostra economia sta migliorando ma il paziente Italia non è ancora guarito -
commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - per accelerarne
la ripresa occorrono dosi massicce di innovazione, visto che sono proprio le
imprese che hanno colto i vantaggi del web quelle che stanno dimostrando di
offrire maggiori opportunità per la crescita occupazionale, in particolare
giovanile”.
I DUBBI DELLA DAMIR SULLA GESTIONE GESAP
[Niuru cu niuru 'un tinge.Il nero non tinge il nero Chi
frequenta persone simili a sé stesso non cambia. Detto calabrese] La Damir
s.r.l., a seguito dell’esperimento di una pubblica gara nell’aprile del 2005
(con bando e capitolato di appalto ovviamente predisposto dalla precedente
governance della Gesap s.p.a. con la consulenza della società C.D.P. dell’Ing.
Flammini), ha ottenuto l’aggiudicazione del servizio di subconcessione avente
ad oggetto la gestione dei sopra citati spazi pubblicitari. Nel corso dei nove
anni di durata del rapporto contrattuale la Damir ha versato nelle casse della
Gesap s.p.a., puntualmente ed anticipatamente, un importo pari a circa 11 milioni
di euro garantendo, in tal modo, un cospicuo introito per il Pubblico Erario.
Alla scadenza del rapporto contrattuale la Damir ha dovuto registrare la volontà di Gesap di
procedere all’espletamento di una nuova procedura selettiva rimasta, tuttavia,
deserta a fronte della pretesa di ottenere la corresponsione di un canone
minimo garantito (pari a euro 1.350.000,00) totalmente disallineato ai valori
di mercato attuali (fortemente condizionati dall’andamento negativo della
congiuntura economica) e persino superiore al fatturato registrato negli ultimi
anni. A fronte di tale circostanza la precedente gorvenance della Gesap, pur
non avendo mai esercitato una simile attività (e, dunque, non possedendo il
know how occorrente per svolgere una così specialistica attività di impresa),
ha così deciso di procedere alla gestione diretta. Ciò, non sarà superfluo
ribadire, in assoluta controtendenza anche rispetto a quanto verificatosi negli
altri scali aeroportuali nazionali, nei quali si registra la prassi ormai consolidata
di affidarsi in ogni caso a soggetti terzi in ragione proprio delle particolari
competenze tecniche e commerciali all’uopo occorrenti. Ma, quel che più è
peggio, la precedente governace della Gesap ha pure preteso l’applicazione di
due vessatorie ed illegittime (in quanto non conformi alle previsioni vigenti
in materia e lesive del principio di buona fede che caratterizza i rapporti
commerciali) clausole contrattuali, secondo le quali la Damir sarebbe obbligata
a cedere, a titolo gratuito, la proprietà dei manufatti pubblicitari a suo
tempo costruiti, nonché a cedere (anche qui a titolo gratuito e senza alcuna
previsione di indennità di avviamento) tutti i contratti di esposizione
pubblicitaria in corso di esecuzione. Circostanza, quest’ultima, mai
verificatasi in fattispecie analoghe a quella in argomento. Per ottenere la
declaratoria di inefficacia delle suddette clausole la Damir ha, quindi,
ritenuto di poter azionare un procedimento arbitrale salvo poi a verificare la
pretesa della precedente governance della Gesap di applicare una clausola
compromissoria (alla quale comunque ci si è dovuti rimettere solo e soltanto
nella speranza di poter giungere ad un’amichevole e ragionevole composizione
della lite) in base alla quale la nomina del Presidente del Collegio Arbitrale
è stata demandata al Presidente della Camera di Commercio di Palermo, socio
della Gesap s.p.a.. A fronte di tali univoche circostanze la Damir ha dovuto
pure registrare la diffusione di notizie sulla stampa cittadina secondo cui la
decisione di procedere all’affidamento del solo servizio di affissione e
rimozione dei teli pubblicitari garantirebbe alla Gesap maggiori introiti
rispetto a quanto incassato in passato. Ciò che semplicemente non risponde al
vero, dal momento che l’aggiudicataria di tale servizio percepirà l’importo
annuo di circa 100.000,00 euro mentre rimarrà a carico della Gesap l’onere di
procedere alla vendita degli spazi pubblicitari e ad incassare i relativi
importi (con tutta l’alea che ciò comporta). Il tutto, se paragonato alla
possibilità (in precedenza sfruttata e che la precedente gorvenance della Gesap
ha ritenuto di non considerare) di percepire canoni garantiti per diversi
milioni di euro la dice lunga sulla effettiva convenienza (si ripete in ultima
analisi per il pubblico erario) di dar corso a simili determinazioni. La Damir ritiene
opportuno venga verificato: a) quale sia il risultato economico (eventualmente)
raggiunto dalla Gesap in seguito all’adozione delle scelte della precedente
gestione e, in caso di risposta negativa, se ciò abbia o meno causato un danno
per il pubblico erario; b) se non sia auspicabile un cambio di rotta alla luce
della opportunità evidente (per non dire necessità) di tutelare anche le
aziende private che hanno cercato di svolgere, con fatica e sacrifici, la loro
attività e che hanno dovuto procedere (sempre in conseguenza delle
determinazioni adottate dalla precedente governance della Gesap) a drastiche
riduzioni di personale; c) se il nuovo corso registrato per la gestione della Gesap
s.p.a. non voglia valutare l’adozione di opportune ed auspicabili decisioni
volte a rimediare l’incresciosa situazione gestionale in cui oggi si trova la
società di gestione dell’aeroporto palermitano.
Bene Autogrill
[Mazzi e panelli fannu i fighhiòli belli, pana senza mazzi
fannu i figghiòli pazzi. Botte e carezze fanno i figli belli, pane senza botte
fanno i figli pazzi. Frase popolare calabrese] Il giudice del lavoro di Palermo
ha ordinato il reintegro di 5 lavoratori, impiegati dei bar e ristoranti
nell'aeroporto Falcone-Borsellino, che erano stati licenziati dalla società
Autogrill lo scorso ottobre. Il licenziamento riguardava 23 dipendenti. Alcuni
erano stati ricollocati, altri avevano accettato somme di denaro. “Il giudice -
dice una delle lavoratrici, Assunta Ausiero - ha ordinato anche i relativi
risarcimenti e la ricollocazione nei bar dell'aeroporto”. Diverse sono le blue chips che riescono a muoversi in controtendenza rispetto
al mercato e tra le altre segnaliamo Autogrill (Milano: AGL.MI - notizie) che
continua a guadagnare terreno dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso
con un progresso di circa due punti percentuali. Il titolo pasa di mano a 8,965
euro, con un rialzo dell‘1,07% e circa 650mila azioni passate di mano fino ad
ora, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 1,8
milioni di pezzi. Autogrill beneficia
delle positive indicazioni che arrivano da Mediobanca Securities, i cui
analisti hanno deciso di confermare la raccomandazione “outperform” sul titolo,
con un prezzo obiettivo alzato da 10,2 a 11,5 euro, alla vigilia dei risultati
del primo trimestre di quest’anno. Gli analisti si aspettano ricavi in crescita
del 9,9% a 893,4 milioni di euro, un risultato netto negativo per 36,3 milioni
di euro da confrontare con la perdita dei 37,1 milioni dello stesso periodo
dello scorso anno, mentre l’Ebitda dovrebbe aumentare del 64,6% a 24,9 milioni
di euro. A detta di Mediobanca il
catalizzatore per Autogrill sarà l’eventuale aggiornamento sulla guidance
relativa all’anno in corso.
Brexit Bank of England
[Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui. Giuseppe Prezzolini] Ha mandato per errore al quotidiano Guardian una e-mail coi dettagli su un progetto segreto per valutare i rischi finanziari nel caso di una 'Brexit', l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. E' stato uno dei dirigenti della banca che ha erroneamente fatto partire il messaggio, che conteneva anche disposizioni su come mantenere il progetto 'Bookend' segreto. Un portavoce dell'istituto ha definito l'incidente "increscioso". Un referendum per uscire o restare in Europa è quanto ha
promesso il conservatore premier inglese
David Cameron in caso di sua rielezione: al momento il 60% dei cittadini
inglesi, secondo stime del think tank Chatman House, sostiene l’idea di un
referendum, mentre il 24% non sarebbe d’accordo. Sembrerebbe poi che con una maggioranza,
seppur limitata al 40%, nell’ipotesi di referendum, voterebbe per rimanere in
Europa contro un 39% a favore della Brexit. Da un recente studio del think tank
Bertelsmann Stiftung, è emerso che se la Gran Bretagna lasciasse l’Europa
registrerebbe un calo nel Pil tra lo 0.6 % e il 3% rispetto al rimanere
nell’Ue. Ciò si tradurrebbe anche in un
calo nelle esportazioni e nell’aumento dei costi delle importazioni. Mentre se
si contano poi gli effetti che dell’integrazione economica sugli investimenti e
l’innovazione, una Brexit farebbe crescere le perdite nel Pil reale del 14%.
Infine l’Inghilterra avrebbe dei veri magri guadagni nell’uscire dall’Unione
Europea: risparmierebbe circa lo 0.5 % del Pil inglese. Sicuramente l’UK ci
rimetterebbe di più dalla sua scelta di uscire dall’Europa, in quanto secondo
gli autori, gli effetti Brexit sull’Ue sarebbero sostenibili. In generale per
tutti i paesi membri Ue in seguito alla diminuzione delle attività commerciali
con la Gran Bretagna si verificherebbe una perdita nel Pil pro capite tra lo
0.1 % e un po’ meno del 4%. L’Irlanda ne
risulterebbe particolarmente colpita con
perdite nelle entrate reali tra lo 0.8% e quasi il 2.7%. Seguita poi da paesi come il Lussemburgo, il
Belgio, Svezia, Malta e Cipro. Mentre in Germania nel 2030 si conterebbero
perdite nel Pil reale appena al disotto della media del resto degli stati
membri, tra lo 0.1% e lo 0.3%.
sabato 23 maggio 2015
Renzi vuole il sindacato unico
[Il Tasso piacerà sempre più alle anime romantiche, mentre l'Ariosto sarà sempre più ammirato dagli spiriti classici. Giuseppe Prezzolini] “Al grido di "Marino vattene" sta sfilando per le strade del centro di Roma il corteo di Cgil, Cisl e Uil contro le politiche del sindaco della Capitale. In piazza ci sono centinaia di persone tra dipendenti comunali, tassisti, autisti dei bus e vigili urbani. "Costruiamo la Capitale dei diritti, del lavoro e della solidarietà", recita lo striscione che apre il corteo che da piazza dell'Esquilino raggiungerà Santi Apostoli. Cgil, Cisl e Uil vanno all'attacco del premier, Matteo Renzi, il quale ha auspicato che si arrivi ad un unico sindacato. "L'Italia non ha bisogno di un sindacato unico ma di sindacati responsabili e riformatori", dice il leader Cisl, Annamaria Furlan, aggiungendo sulla rappresentanza aggiunge: "Non serve a niente alzare polveroni o buttare benzina sul fuoco. Piuttosto il Governo si occupi dei problemi veri" a partire da crescita e lavoro. "Penso che il tema del sindacato sia quello del sindacato unitario. Il sindacato unico è invece una concezione che esiste solo nei regimi totalitari", afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui si tratta di una concezione "concettualmente sbagliata". "Renzi auspica il sindacato unico. Dimentica, forse, che esperienze del genere sono, nella maggior parte dei casi, in Paesi totalitari", è la replica del leader Uil, Carmelo Barbagallo, al premier: "Sembra che voglia far prevalere il modello dell'uomo solo al comando e che intenda esportare questa sua idea anche nel mondo del lavoro e del sociale". "Mi piacerebbe arrivare un giorno al sindacato unico, ad una legge sulla rappresentanza sindacale e non più a sigle su sigle su sigle". Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Bersaglio Mobile su La7. "Io cattivo con i sindacati? Così mi dipingono. Ma per la prima volta il governo fa diminuire i precari. Poi questo è un governo antipatico, il premier non capisce niente... va bene, ma per la prima volta i precari diminuiscono" anche se "qualcuno dice che è un regalo ai padroni. Non è un regalo: è un diritto aver le ferie, la malattia, la maternità. E a chi viveva di rendita crolla il pavimento sotto i piedi". "Io sono molto fortunato. Il governo va avanti fino al 2018. Poi se le cose vanno bene si fa un altro giro oppure a casa. Se tutto va bene, a meno di cinquant'anni sono fuori dalla politica". Renzi aggiunge che "dopo potrò fare mille altre cose, ma non credo - ha concluso con una battuta - che farò il sindacalista...". "Sulla scuola abbiamo messo più soldi di tutti i tempi e non abbiamo l'obiettivo di mettere gli insegnanti e gli studenti davanti ad un muro". Afferma Renzi. "Siamo tutti d'accordo sul fatto che la scuola vada cambiata?" Si chiede il premier ribadendo la convinzione che serva un po' di merito.
Alitalia divorzia da Air France
[L'Italia si divide in due parti: una europea che arriva all'incirca a Roma, e una africana o balcanica, che va da Roma in giù. L'Italia africana o balcanica è la colonia dell'Italia Europea. Giuseppe Prezzolini] "È di queste ore la notizia che Alitalia Sai non rinnoverà la partnership, e i relativi accordi di joint venture ancillari, con Air France-Klm, quando questi giungeranno a scadenza nel 2017. Gli accordi disciplinano i servizi passeggeri gestiti dai tre vettori tra l'Italia e la Francia (e oltre) e tra l'Italia e i Paesi Bassi (e oltre), e il marketing, la vendita e la distribuzione dei servizi Cargo Belly di Alitalia gestiti da Air France-Klm. Gli accordi originali erano stati definiti da Alitalia Cai nel 2009 e nel 2010, in un contesto economico allora molto diverso, e sono stati successivamente trasferiti ad Alitalia Sai nel gennaio del 2015. Silvano Cassano, amministratore delegato di Alitalia, ha dichiarato: “Questi accordi non sono più vantaggiosi per la nuova Alitalia e per il suo ambizioso piano di rilancio. Sono stati negoziati quando Alitalia era in una posizione molto diversa, con il risultato che gli stessi accordi, nella loro forma attuale, favoriscono la controparte. Gli accordi limitano la nostra capacità di ridisegnare il nostro network, e la possibilità per Alitalia di conseguire una sostenibilità di lungo termine delle proprie attività”. Il manager sottolinea inoltre che "per lo sviluppo del nostro business abbiamo bisogno di accordi in grado di apportare uguali benefici a tutte le parti". “La nostra priorità, per l’Italia e per Alitalia, è quella di riconquistare il mercato dei turisti in arrivo nel nostro Paese - aggiunge - servendo al contempo gli italiani in viaggio all’estero per turismo o per affari. Nei nostri piani puntiamo inoltre a fornire soluzioni cargo competitive per l'industria manifatturiera italiana, la seconda più grande in Europa, che ha sempre più bisogno di esportare merci in tutto il mondo". “Abbiamo comunicato ad Air France-Klm che siamo disposti a discutere accordi più equi a beneficio di tutti i soggetti coinvolti, ma finora non siamo pervenuti a questo risultato". “Restiamo aperti a ulteriori confronti - conclude il manager - per raggiungere una soluzione reciprocamente accettabile. Tuttavia, nell'interesse della trasparenza e della chiarezza per tutti i soggetti coinvolti, abbiamo ritenuto necessario annunciare la nostra intenzione di non rinnovare tali accordi alle condizioni attuali". Reuters riporta le dichiarazioni di Alexandre De Juniac, amministratore delegato di Air France-Klm, che conferma le trattative con Alitalia per decidere se continuare la collaborazione commerciale fra le compagnie. “Stiamo confrontandoci per vedere se il gruppo manterrà o cancellerà la partnership con Alitalia", ha dichiarato il manager rispondendo a un azionista nel corso dell'assemblea annuale della società. Alitalia ha annunciato martedì che nel 2017 non rinnoverà l’accordo in quanto limitante lo sviluppo del network. Confermato lo sciopero di 24 ore dei piloti e assistenti di volo di Alitalia Sai e di Cityliner proclamato da Anpac per lunedì 25 maggio. L’associazione professionale spiega di aver preso la decisione "avendo complessivamente ritenuto insufficienti le proposte della dirigenza del Gruppo Alitalia". Lo sciopero, in ottemperanza a quanto richiesto dalla Commissione di Garanzia, non coinvolgerà gli aeroporti di Bari, Brindisi e Genova. "Non riteniamo adeguate le garanzie sui livelli occupazionali del personale navigante al termine dei contratti di solidarietà in essere che scadono a febbraio 2016", spiega l'Anpac in una nota, ricordando che "la nuova compagnia Alitalia SAI è nata con 280 piloti e 767 assistenti di volo in esubero e che, in assenza dell'immissione in flotta di nuovi aeromobili in numero sufficiente a compensare i 14 A320 recentemente dismessi, diventeranno licenziamenti. È inaccettabile quindi - aggiunge - far svolgere attività di volo, venduta ai passeggeri con nominativo Alitalia, con la formula del Wet Lease da una compagnia rumena, la Blue Air".
Debito record a marzo
[L'anima del Leopardi era nobilissima, delicatissima, quella d'una creatura angelica, straboccante di desiderio d'amore e di amicizia. Giuseppe Prezzolini] Vola il debito pubblico a marzo toccando ancora una soglia record. Il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato, infatti, di 15,3 miliardi rispetto a febbraio, a 2.184,5 miliardi. A certificarlo è la Banca d'Italia nel supplemento "Finanza pubblica, fabbisogno e debito". L'incremento del debito è stato inferiore al fabbisogno del mese (18,6 miliardi), "grazie all'effetto complessivo dell'emissione di titoli sopra la pari, dell'apprezzamento dell'euro e della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione (3,1 miliardi) e alla diminuzione di 0,2 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a fine marzo pari a 78,9 miliardi; 61,9 miliardi a fine marzo 2014)". Quanto ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 14,2 miliardi, quello delle Amministrazioni locali di 1,1 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
I capricci di Boccadirosa
[L'agiallu intra a caggia no sempre canta pe amure, ma pe
raggia. L'uccello in gabbia non sempre canta per amore, ma per rabbia. Frase calabrese]
Dei sindacati in apt a Palermo ho scritto in maniera critica. Ma l’ultima
vicenda che vede protagonista la Cisl penso sia il massimo del minimo che possa
fare un sindacato. Per realizzare i corsi di formazione, che periodicamente vengono
fatti, occorre la firma dei sindacati al di là della loro rappresentatività. E la
Cisl in Pae Mas è un sindacato fortemente radicato, ha un numero di iscritti di
numero dispari inferiore a due. Ieri non avrebbero firmato perché il leader di peso
(in tutti i sensi) era malato, il dipendente Pae Mas non era autorizzato a firmare, un
terzo stava lavorando e non poteva lasciare. Stava lavorando? Un sindacalista
che lavora? Cose mai viste! I vertici
dell’azienda hanno detto che se non si firma questo verbale potrebbe saltare il
buono pasto rinforzato per chi fa lo spezzato, c’è tempo fino a lunedì. Se tramite
il sindacato si vuole fare pressione su un’azienda o vendicarsi di presunti
torti subiti è bene non scendere a patti. I vertici della triplice continuano a
rassicurare i propri iscritti. Chi rientra nella clausola sociale non ha il
contratto jobs act, mentono sapendo di mentire. Per quale motivo, allora, i
contributi sono figurativi? Può sembrare sprovveduto il capo della Gh, ma
sicuramente non è scemo, e se c’è una legge che ti permette di non pagare i
contributi per tre anni, ma cosa più importante, di licenziare perché non
dovrebbe farlo? Pensiamo al futuro con
ottimismo e registriamo che pur avendo 21 unità in meno chi è rimasto, con
sacrifici non indifferenti, in Pae Mas
riesce a fare partire comunque i voli avendo sempre margini di miglioramento. Certo
è vero non avere più la Nimitz per la fanteria potrebbe essere motivo di
sconforto .. ma i ragazzi della Pae Mas, probabilmente, ritengono di essere
fortunati (non sono figli di Renzi e del jobs act) e lottano con più
convinzione.
Aviapartner sbarca in Spagna
[Mugliere d'a ruga, cumpari de Roma. Moglie della via,
compare di Roma. Conviene sposare una
donna che si conosce bene ed avere come compare uno che si conosce poco. Frase calabrese]
Aviapartner, uno dei principali handlers in Europa, è lieta di annunciare che
le sono state concesse le licenze per operare servizi di assistenza a terra in
7 aeroporti spagnoli da AENA, l’operatore degli aeroporti di Spagna. Aviapartner
avrà licenze della validità di 7 anni a Malaga (AGP), Siviglia (SVQ) e Girona (GRO),
oltre che a Tenerife Sud (TFS), Lanzarote (ACE), Fuerteventura (FUE) nelle
isole Canarie, e Minorca (MAH) nelle Isole Baleari. Questi 7 aeroporti
rappresentano un mercato di circa 42 milioni di passeggeri all'anno. Laurent
Levaux, Presidente e CEO di Aviapartner: “Siamo onorati che AENA ci abbia
concesso le licenze per operare in 7 aeroporti spagnoli. Il continuo impegno di
Aviapartner a fornire servizi di full handling di alta qualità a prezzi
competitivi alle compagnie aeree nostre clienti ed ai loro passeggeri, è stato
ancora una volta riconosciuto e premiato. Queste 7 nuove stazioni completano
bene la consolidata rete del Gruppo di 31 aeroporti in Francia, Italia,
Germania, Paesi Bassi e Belgio, e ci permetterà di servire i nostri clienti nei
loro sviluppi spagnoli. “Una squadra multi-disciplinare dedicata Aviapartner è
già al lavoro con le compagnie aeree,AENA, sindacati, rappresentanti del
personale e tutte le altre parti interessate al fine di garantire una
transizione graduale dei servizi nei 7 aeroporti, che avverrà probabilmente nel
mese di settembre. Aviapartner Group, con sede a Bruxelles, è uno dei principali
fornitori europei di servizi aeroportuali (handling) che impiega circa 7.000
persone ed è presente in 38 aeroporti in 7 paesi. Nel 2015, il gruppo assisterà
400 compagnie aeree con oltre 400.000 voli e 70 milioni di passeggeri. Nel mese
di gennaio 2015, Aviapartner ha rilevato le attività di handling di AMC / MAP Handling
in 8 aeroporti francesi. Nel maggio 2015, Aviapartner ha ottenuto licenze per
operare in 7 aeroporti spagnoli, oltre ad aver aperto 2 nuovi scali in Italia
(Lamezia Terme -SUF- e Roma Ciampino -CIA-), con un terzo, e 11° in Italia
(Reggio Calabria -REG-), in via di apertura.
Tel Aviv Competition 2015
[Miegliu nu buonu accattu ca na bona vinnuta. Meglio un buon
acquisto che una buona vendita. Frase calabrese] Le startup italiane hanno un
mese di tempo per vincere l'opportunità di volare a Tel Aviv. Si è aperto
infatti il bando per partecipare alla quarta edizione dello “Start Tel Aviv
Competition 2015”, un concorso internazionale per startup del web, mobile e
security organizzato dal Ministero degli Affari Esteri israeliano, Google
Israel, la Città di Tel Aviv e Tel Aviv Campus e promosso in Italia
dall'Ambasciata d'Israele e da Luiss ENLABS “La Fabbrica delle Startup”. Proprio
presso la sede dell'acceleratore capitolino si è tenuto l'evento ufficiale di
presentazione del contest in Italia al quale hanno preso parte l'Ambasciatore
d'Israele, Naor Gilon, Talia Rafaeli, Vice Presidente di StageOne Ventures,
Luigi Capello, Ceo di LVenture Group e fondatore di Luiss ENLABS e Giuseppe
Morlino, ceo della startup Snapback, vincitrice della scorsa edizione della
competizione. La startup vincitrice rappresenterà l'italia a Tel Aviv insieme
alle startup di altri 22 paesi per partecipare ad un bootcamp che si svolgerà
dal 6 al 10 Settembre 2015 a margine del Digital Life Design Festival. “Da
sempre l'Italia è al nostro fianco in questo progetto - ha dichiarato
l'Ambasciatore Gilon. Questo paese sta facendo grandi passi avanti nel campo
dell'innovazione e luoghi come Luiss ENLABS, che ci affianca da tre edizioni,
sono un esempio concreto di questo fermento. Invitiamo i giovani italiani con
la voglia di innovare a partecipare numerosi al contest per vincere l'opportunità
di volare a Tel Aviv, uno spazio che vanta la più alta concentrazione di imprese
innovative per abitante”. I numeri dell'innovazione in Israele sono davvero
impressionanti. “In trenta anni, Israele ha sviluppato il secondo ecosistema
innovativo più grande al mondo dopo la Silicon Valley - ha sottolineato Talia
Rafaeli -. In un territorio grande quanto la Toscana, con 8 milioni di
abitanti, ci sono oltre 5.500 startup tech e centinaia di multinazionali”. Per
Luigi Capello “sviluppare e rafforzare i rapporti con l'ecosistema israeliano e
il loro Venture Capital è una cosa a cui teniamo moltissimo e progetti come
quello lanciato oggi servono proprio a tessere relazioni e far nascere nuove
opportunità di business”.
Cig in calo del 36,9% su anno
[Nci voli furtuna puru a cacari, sennò si ngruppa lu budeddu
e mori. Ci vuole fortuna pure a cacare, altrimenti si occlude il budello e
muori. Detto siciliano] Ad aprile sono
state autorizzate 61 milioni di ore di cassa integrazione guadagni con un calo
del 36,9% rispetto ad aprile 2014. A pesare è soprattutto il crollo della cig
in deroga giù del 77,3% su anno. Lo comunica l'Inps. Nel confronto con marzo i
dati destagionalizzati evidenziano un aumento del 3,6% per il totale degli
interventi di cig. Per quanto riguarda gli interventi in deroga, l'Istituto di
previdenza ricorda, infatti, che “come noto risentono dei fermi amministrativi
per carenza di stanziamenti” :in particolare le ore autorizzate ad aprile sono
state pari a 4,2 milioni, con un decremento del 77,3% rispetto a 18,6 milioni
di ore autorizzate nel mese di aprile 2014. Le ore autorizzate di cassa
integrazione ordinaria sono invece state 19,5 milioni: ad aprile 2014 erano
state 22,5 milioni, si è quindi registrata una diminuzione tendenziale del
13,6%. In particolare, la flessione è stata pari al 9% nel settore Industria e
al 23,9% nel settore Edilizia. Infine, il numero di ore di cassa integrazione
straordinaria autorizzate, sempre ad aprile scorso, è stato di 37,4 milioni,
con una riduzione del 32,8% rispetto ad aprile 2014, nel corso del quale erano
state autorizzate 55,6 milioni di ore. In totale ad aprile 2014 le ore
autorizzate di cassa integrazione guadagni erano state 96,7 milioni. A marzo
sono state presentate in totale 118.786 domande di disoccupazione, il 15,5% in
meno rispetto alle 140.571 dello stesso mese del 2014. Lo comunica l'Inps, indicando
che sono state 86.316 domande di Aspi, 27.846 domande di mini Aspi, 263 domande
tra disoccupazione ordinaria e speciale edile e 4.361 domande di mobilità.
giovedì 21 maggio 2015
La falsa verginità della Gesap e il caso Palazzolo
[Occhiu non vida e cora non dola. Occhio non vede e cuore
non duole. Frase calabrese] Sul caso Palazzolo occorrerebbe un supplemento di
prudenza e riflessione, per la straordinaria particolarità che il caso
riveste. Riepiloghiamo i fatti. Nel 2000
il signor Palazzolo ottiene la concessione di uno spazio commerciale senza gara,
a quel tempo non richiesta; gli attuali amministratori e l’ex D.G., in quel
tempo, erano affaccendati in altre faccende.
Nel 2008 la concessione viene confermata per altri sette anni con
facoltà, a richiesta dell’interessato di una ulteriore proroga di tre anni; in
questa occasione l’ex D.G. era in auge, i precedenti amministratori oggi fanno
altri mestieri. Ad agosto 2014 Palazzolo chiede la proroga per i tre
anni previsti a norma di contratto; e
qui gli attuali amministratori e l’ex D.G. sono in sella. Tutto tace sino a
febbraio 2015, in prossimità della scadenza di contratto sino a quando succede
il “caso H(h)elg” con le conseguenze che conosciamo. Cosa sia successo nel 2000
è molto difficile ricostruire anche per la mancanza dei responsabili di allora;
cosa sia successo nel 2008 è un pò più facile capirlo andando a rileggersi gli
atti adottati da Gesap e chiedendo spiegazioni al management del tempo; cosa
sia successo nel 2015 cerchiamo di capirlo attraverso i resoconti dei media: Il
canone pagato da Palazzolo non sembra proprio così di favore, anzi. La proroga di ulteriori tre anni è prevista nel
contratto del 2008, quindi è un suo diritto avvalersene. La richiesta di proroga, stranamente, è giunta
sul tavolo del CdA ben sei mesi dopo la data diarrivo; il punto 9 dell’Odg di
marzo parla di “Approvazione richiesta rinnovo ecc….”; chi ha un minimo di
dimestichezza con l’amministrazione di una società capisce subito dov’è il punto debole: se il management non
vuole responsabilità propone “Richiesta rinnovo ecc….” se invece sa cosa vuole
propone “Approvazione richiesta rinnovo ecc….” e prepara gli atti in tal senso
invitando, implicitamente, il CdA ad approvare; ovviamente il provvedimento è
frutto del lavoro degli uffici competenti ma ottiene preventivamente
l’approvazione della figura aziendale apicale, D.G., poi dell’A.D., ed infine
del Presidente, che è colui che approva l’OdG e firma la convocazione per i
Consiglieri. Fatta questa premessa mi chiedo se è lecito il dubbio che il tempo
trascorso dalla richiesta di proroga all’inserimento all’ordine del giorno
possa essere stato prodromico alla tangente, che “la settanta” era stata
“appattata” prima del CdA e con l’avallo del management di Gesap, che almeno
due colleghi di h(H)elg fossero a conoscenza dell’operato del vice-presidente e
che, tutti insieme, avessero avuto preventiva assicurazione da parte del
management sulla legittimità della proroga? Oggi chiedersi come Palazzolo abbia
avuto la concessione nel 2000 appare fuori luogo, come l’abbia avuto rinnovata
nel 2008 appare naturale conseguenza delle procedure gestionali, peraltro
legittime ma non so quanto opportune, allora vigenti in Gesap; chiedersi se
sarebbe legittima la proroga, pare proprio di sì. I richiami alla trasparenza,
a questo punto, servono solo a ricostruire una verginità a chi ha molto da
rimproverarsi nella gestione di Gesap e penso che gli avvocati di Palazzolo
faranno emergere le contraddizioni.
Grecia sull'orlo del default
['U ciucciu 'e due patruni, more d'a fame e d'a site. L'asino
di due padroni, muore di fame e di sete. Nessuno può servire contemporaneamente
due padroni: o, infatti, odierà l'uno ed amerà l'altro, o si affezionerà
all'uno e disprezzerà l'altro. detto popolare calabrese] L'Eurogruppo studia la
possibilità di estendere fino all'autunno l'attuale piano di aiuti alla Grecia
in scadenza il 20 giugno. Lo scrive il Suddeutsche Zeitung citando fonti
europee secondo cui Atene dovrebbe ricevere aiuti finanziari e in cambio
attuare solo una parte delle riforme richieste dai creditori. La Grecia
dovrebbe varare la riforma dell'Iva per reperire altri 5 miliardi di gettito,
mentre la riforma previdenziale e quella del mercato del lavoro verrebbero
rinviate a dopo l'estate. Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis in
una intervista al New York Times dice di “non essere stato insultato”
all'Eurogruppo di Riga del mese scorso, aggiungendo inoltre di aver “registrato”
la riunione dei ministri delle finanze ma per motivi di privacy non è possibile
diffondere la registrazione. La Grecia è davvero sull'orlo del default e a
confermarlo sono i deputati di Syriza annunciando che il Governo, senza nuovi
aiuti, non rimborserà i 300 milioni di euro che deve al Fmi il 5 giugno. Ma
pagherà invece stipendi e pensioni, perché i cittadini contano più dei
creditori internazionali. Nonostante la Bce abbia aumentato di 200 milioni di
euro la liquidità d'emergenza alle banche (Ela) rinviando l'eventuale stretta
sull'haircut, lo sconto sul valore dei bond greci, la situazione è talmente
critica che il ministro delle finanze tedesco Schauble non esclude un
fallimento e Moody's vede “alta” la possibilità di un congelamento dei depositi
bancari. Il premier Tsipras però non si scoraggia, punta su un accordo politico
e oggi, a Riga, tornerà alla carica sulla ristrutturazione del debito
presentando il suo piano a Merkel, Hollande e Juncker. I negoziati a livello
tecnico sono ripresi dopo una pausa di qualche giorno e “le cose si muovono”,
riferiscono fonti europee. I greci hanno presentato al Brussels Group proposte
sui tre nodi principali: pensioni, mercato del lavoro e una semplificazione
dell'Iva, con due aliquote. Quella sull'Iva sembra sia stata già criticata,
quindi il Governo starebbe pensando ad una misura sostitutiva: un'imposta dello
0,1-0,2% sulle transazioni bancarie (ad eccezione dei prelievi al bancomat e
dei pagamenti con carta). Secondo la Bloomberg, i creditori avrebbero aperto a
un compromesso sul salario minimo che Tsirpas vuol aumentare, ma riterrebbero
una riforma delle pensioni inderogabile.
“C'è ancora tanto lavoro da fare sulla Grecia e la questione liquidità è
piuttosto complicata”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue
Valdis Dombrovskis in una intervista alla Cnbc, aggiungendo che “è importante
accelerare i negoziati” tra Atene e i creditori e “raggiungere un accordo al
più presto possibile”. Ha sottolineato che l'Eurogruppo “è stato molto chiaro”
con il governo greco sul fatto che deve presentare “un piano credibile di
riforme”. Il vero negoziato è politico ed è nelle mani di Tsipras, che oggi e
domani cercherà di fare leva sugli altri leader a margine del vertice sulla
Eastern Partnership di Riga. Già questa sera il premier ellenico ha in
programma un bilaterale con la Merkel dopo la cena dei leader. Obiettivo,
un'intesa globale che metta fine all'austerity e comprenda una soluzione sul
debito. Questione che i creditori non vogliono però affrontare: gli accordi del
2012 prevedono che se ne torni a parlare solo una volta che sarà concluso
l'attuale programma di salvataggio. L'obiettivo di tutti è arrivare ad un
accordo entro fine mese, perché il 5 giugno per la Grecia potrebbe scattare un
probabile default ufficiale: “Non ci sono fondi” per rimborsare l' “enorme”
prestito del Fmi, ha detto Nikos Filis, portavoce del gruppo parlamentare di
Syriza, assicurando però che il Governo pagherà stipendi e pensioni. Ma “non
daremo soldi ai creditori”, avverte. Tacciono Tsipras e il suo ministro delle
Finanze Yanis Varoufakis, lasciando un punto interrogativo se non si tratti
dell'ennesima mano di poker fra Atene e Berlino. Ad aumentare la tensione,
Moody's spiega che le prospettive per le banche greche sono negative,
rispecchiando la crisi di liquidità. E visto che “è improbabile un allentamento
delle tensioni” sugli istituti di credito ellenici nei prossimi 12-18 mesi, “è
molto alta la possibilità” che venga imposto “un controllo sui trasferimenti di
capitali e un congelamento dei depositi”.
Isis conquista Ramadi e Palmira
[Miercuri intra, simana fore. Quando siamo a mercoledì, la
settimana è già ben avviata. Frase calabrese] Gli jihadisti dell'Isis hanno
preso il controllo dell'antico sito archeologico di Palmira, dopo che ieri
erano entrati nella città. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti
umani. Decine di militari governativi e miliziani lealisti sono stati uccisi
mentre fuggivano. Lo Stato islamico celebra
la conquista della città pubblicando su Internet foto e video in cui mostra la
decapitazione di soldati e miliziani lealisti siriani dentro e fuori la città
posta tra Damasco e la regione dell'Eufrate. I jet del regime hanno risposto
bombardando la città moderna. Al momento non si hanno notizie di vittime. Attivisti
siriani e testimoni hanno sottolineato
che “le forze filogovernative si sono ritirate, sconfitte dai miliziani”
dello Stato Islamico. Molti abitanti
sono fuggiti dalla città siriana dove oggi sono entrati i jihadisti dell'Isis,
mentre è stato evacuato anche l'ospedale locale. I jihadisti dello Stato
islamico hanno preso il controllo della prigione e dell'ospedale di Palmira,
oltre alla maggior parte dei quartieri periferici e del centro moderno. Le
fonti, raggiunte telefonicamente, affermano che l'Isis controlla anche
l'edificio del comune e quello della sicurezza generale. Palmira era
considerata una delle città più fortificate della Siria, in posizione
strategica lungo l'autostrada tra Homs e Deyr az Zor. Centinaia di statue e
reperti del sito siriano di Palmira sono stati trasferiti in altre località per
timore di distruzioni da parte dei jihadisti dell'Isis. Lo ha detto Mamun
Abdulkarim, direttore del Dipartimento delle antichità siriano, citato dalla tv
panaraba Al Jazira. Il ministro della difesa iraniano Hossein Dehghan è
arrivato a Baghdad, in Iraq, per incontrare Saadun al Dulaimi, il ministro
della difesa iracheno, dopo la caduta di Ramadi nelle mani del gruppo Stato
islamico. La conquista di Ramadi è la più importante vittoria militare per il
gruppo jihadista in Iraq dalla presa di Mosul, avvenuta l’estate scorsa. Otto
cose da sapere sull’ultima offensiva dei jihadisti: I combattenti del gruppo
Stato islamico hanno preso il controllo del quartier generale delle forze di
sicurezza a Ramadi, nella provincia irachena di Al Anbar. Secondo un portavoce
del governo iracheno, nei combattimenti sono morte almeno 500 persone e tra le
seimila e le ottomila sono scappate dalla regione. La provincia di Al Anbar è
una vasta area desertica nell’ovest del paese e Ramadi è il suo capoluogo. Il
Pentagono minimizza il valore di questa vittoria. “Ramadi è sotto attacco dalla
scorsa estate e ora il gruppo Stato islamico è in vantaggio”, ha detto la
portavoce del ministero della difesa Elissa Smith. Per il Pentagono la perdita
della città non significa che i jihadisti stanno vincendo in Iraq. Anche il
segretario di stato statunitense John Kerry, in visita a Seoul, ha
ridimensionato l’evento: “Sono convinto che se arriveranno rinforzi, nei
prossimi giorni e nelle prossime settimane la situazione potrebbe
capovolgersi”. Ramadi è stata conquistata il 17 maggio, il giorno dopo
l’annuncio da parte del Pentagono dell’uccisione di Abu Sayyaf, uno dei più
importanti leader del gruppo in un’operazione delle forze speciali statunitensi
nell’est della Siria. Negli ultimi mesi
lo Stato islamico aveva perso terreno in Iraq, con la perdita di posizioni
nella provincia di Salahuddin e nel nord del paese, al confine con la regione
autonoma del Kurdistan iracheno. La provincia di Al Anbar è da sempre un fronte
impegnativo per gli Stati Uniti. Nell’invasione dell’Iraq del 2003 da parte
delle truppe statunitensi, circa 1.500 marines morirono nella zona. Fin
dall’inizio dei raid aerei statunitensi in Iraq contro lo Stato islamico
nell’agosto del 2014, gli sforzi si sono concentrati su Al Anbar attraverso
l’invio di armi e l’addestramento di milizie sunnite locali. Il primo ministro
iracheno Haider al Abadi ha annunciato che saranno inviate nella provincia di
Al Anbar, a maggioranza sunnita, le milizie sciite della coalizione
Mobilitazione popolare (Hashid shaabi), sostenuta dall’Iran. È formata da circa
ventimila combattenti di decine di milizie sciite. Alcune sono direttamente
controllate da Teheran. Secondo alcuni analisti, la caduta di Ramadi dimostra
la debolezza dell’esercito iracheno e il fallimento del tentativo fatto dagli
Stati Uniti di addestrare i sunniti.
mercoledì 20 maggio 2015
Pae Mas, primo incontro senza zavorra?
[L'unica
attrattiva del matrimonio è che rende assolutamente necessaria una
vita di inganni per entrambe le parti. Wilde] Venerdì riunione dei
sindacati e azienda Pae Mas a Palermo Punta Raisi, presso gli uffici
dell'Enac. Si inizia alle 10,30 per parlare del buono pasto
rinforzato per chi fa lo spezzato. Ancora di questa cosa si parla, Tamburri? A
ottobre sono stato il primo e unico ad accettare lo spezzato, credevo
che visto che non si può mettere nel verbale di accordo la tipologia
del turno spezzato, allora era stato raggiunto un accordo tacito,
appunto, come ho già scritto, tra galantuomini. Ma forse mi
sbagliavo … Mi piacerebbe vedere i nuovi sindacalisti che si
presenteranno alla riunione, visto che in 17, su un totale
complessivo di 22, sono scappati in Gh. Un consiglio affettuoso a chi
ci ha lasciato, non venite, siate coerenti con voi stessi, continuate
a scappare, chi è rimasto non ha bisogno di voi.
Colpo di coda di Ata a Catania
[Amore
non è altro che un boogie-voogie degli ormoni. Herny Miller] Da
Catania Fontanarossa arrivano notizie incoraggianti: il mercato
dell'handling ancora esiste. Si segnala una notizia buona e una
cattiva. La buona nuova è che la Gh Catania ha perso due vettori
(Germawings e Turkish Airlines) che prossimamente saranno assistite
da Ata. La notizia cattiva, appunto, e che non sarà AviaPartner a
gestire i due vettori già clienti in tutta Europa di Aviapartner.
Misteri dell'economia e delle leggi di mercato. Il 27 giugno la
Germawings e dal 13 luglio la Turkish Airlines saranno assistite da
Ata. Gh Catania ha chiesto, prontamente, l'attivazione della clausola
sociale ex art. H37 ccnl. Personale di terra del trasporto aereo. Gh
Catania ha convocato tutti i sindacati, compresa la Legea e per
Maradona sarà una bella trasferta. Bisognerà quantificare il numero
del personale da trasferire. Ci sarà il processo inverso avvenuto a
Palermo che passerà alla storia per i 22 scappati; a Catania si
cercheranno raccomandazioni, pellegrinaggi di vario tipo (dal
politico di turno, sindacalisti in carriera …) pur di non passare
con Ata. Se, per assurdo, i due vettori passavano con Aviapartner chi
era disposto a transitare in una azienda dove i saltafossi non hanno
spazio?
martedì 19 maggio 2015
Guardie giurate in crisi
[L'acqua e giugnu leva u pane d'u furnu. L'acqua di giugno
leva il pane dal forno. Detto calabrese] La società Ksm leader nel settore
della sorveglianza, si appresta ad avviare le procedure di licenziamento per
altri 90 metronotte. Lo scorso anno la procedura era scattata per altre 100
vigilanti. La comunicazione è stata ricevuta dalle parti sociali. La Ksm
comunica, con una nota la volontà di voler avviare la procedura della legge
223/91 per 65 Guardie Giurate impiegate nelle filiali di Palermo e di 25 nelle
filiali di Messina. “Anche le aziende leader nel settore della vigilanza -
dichiara Mimma Calabrò Segretario generale Fisascat Cisl Sicilia - risentono
della recessione economica, aggravata da cocenti gare al ribasso che acuiscono
le problematiche legate alla tariffazione e che spesso sembrano rasentare
l'illegalità. In questi contesti serve trovare tutte le soluzioni per garantire
e salvaguardare i livelli occupazionali delle guardie giurate che svolgono un
lavoro delicato e rischioso che vede donne e uomini in divisa svolgere funzioni
di pubblica sicurezza ma per i quali, al momento, le garanzie professionali
sono davvero poche. Ecco perché vorremmo confrontarci con il prefetto di
Palermo dinnanzi a cui abbiamo chiesto di essere convocati in presenza dei
rappresentanti dell'impresa”. La Mondialpol di Termini Imerese annuncia 25
esuberi. La crisi ormai non risparmia nessuno, neanche le società di vigilanza
privata, e così l’azienda con sede nella città termitana ha comunicato ai sindacati
che 25 unità sono di troppo. La ditta si occupa del piantonamento antirapina,
di servizi ispettivi, del collegamento d’allarme col pronto intervento, di
videosorveglianza, trasporto, scorta e custodia valori non solo in provincia di
Palermo, ma anche a Messina e a Roma.
Polonio 210 preferito da spie russe
[Ognunu tira re vrasce a ri piadi sue. Ognuno cerca di
avvicinare le braci ai suoi piedi. Detto calabrese] Il polonio 210, utilizzato
per uccidere a Londra l'ex agente del Kgb Alexander Litvinenko nel 2006, era il
veleno preferito dalle spie russe. Il particolare emerge alla vigilia della
deposizione alla Royal Court of Justice, di Mario Scaramella sull'assassinio
della ex spia russa. Il Times ricostruisce una serie di viaggi di agenti russi
da Mosca verso Paesi Ue per portare quantità dell'isotopo mortale utilizzato
per uccidere i nemici del Cremlino. In Gran Bretagna, a distanza di tre anni
dalla morte di un uomo che rivelò una presunta frode multimilionaria ad opera
di alti dirigenti del fisco russo, emergono elementi di un nuovo possibile caso
Litvinenko, l'ex colonnello dei servizi segreti russi avvelenato nel 2006 con
l'isotopo radioattivo Polonio 210 nel cuore di Londra. La vittima, scrive il
Guardian, si chiamata Alexander Perepilicnhyy e all'età di 44 anni morì
improvvisamente subito dopo essere uscito dalla sua casa in Surrey. Mentre nel
2012 la polizia non trovò nulla di sospetto nel suo decesso, recenti analisi
tossicologiche di un esperto botanico hanno trovato nel suo stomaco tracce di “gelsemio”,
una pianta estremamente velenosa. Perepilicnhy, come a suo tempo Litvinenko,
aveva ripetutamente avvertito che la sua vita era a rischio, minacciata da
persone vicine al Cremlino. Nel suo caso perché da complice era diventato
informatore su una presunta frode da 203 milioni di euro che coinvolgeva alti
funzionari del fisco russo. Vittima della frode l'hedge fund “Hermitage Capital”,
gestito dal finanziere nato in America Bill Browder, aspro critico del
Cremlino, che ripetutamente aveva avvertito la polizia del Surrey che la morte
di Perepilicnhy era sospetta. La “Hermitage Capital” e Browder erano peraltro i
clienti dell'avvocato Serghei Magnitsky arrestato nel 2009 e deceduto in
condizioni più che sospette in un carcere russo. In una lettera di 17 pagine
inviata da Browder alle autorità britanniche si ricorda che Perepilicnhy
inizialmente si era occupato della gestione del denaro rubato ma che poi rivelò
il caso nel 2010 dopo essere scappato in Gran Bretagna, dando informazioni alla
procura svizzera, dove i soldi, frutto della frode, erano finiti e dove sono
stati congelati. Da allora Perepilicnhy denunciò di aver ricevuto diverse
minacce di morte.
Armani nuovo presidente e Ad, Ciucci via
[U fissa parra sempre pe primu. Lo stupido parla sempre per
primo. Detto calabrese] Si chiude l'era di Pietro Ciucci all'Anas e arriva
Gianni Armani. Le dimissioni del presidente con funzioni di a.d., da 9 anni
alla guida della società e considerato l'ultimo boiardo di Stato, sono
diventate operative oggi con l'ok dell'assemblea degli azionisti al bilancio
2014. Il Cda sarà “a 3”: Armani sarà infatti affiancato da Cristiana Alicata,
ingegnere meccanico proveniente dal gruppo Fiat, e Francesca Moraci, un
architetto esperto di logistica e titolare di una cattedra di urbanistica a
Reggio Calabria. L'assemblea per l'approvazione del bilancio era attesa perché
Ciucci, come annunciato il 13 aprile scorso, doveva rimettere l'incarico di
consigliere e amministratore. Ciucci ha ringraziato i Ministeri azionisti e il
governo per la fiducia accordatagli nel lungo periodo del suo incarico. Arriva
così alla guida Armani, amministratore delegato di Terna Rete Italia (sfumano
invece i nomi di Mario Virano e Domenico Arcuri). Armani diventa presidente ed a.d.
e sarà nel Cda a 3 insieme a Alicata e Moraci. L'assemblea ha anche dato il via
libera al bilancio 2014, che si è chiuso con un utile in crescita a 17,6
milioni (dai 3 milioni del 2013), e ha deliberato di distribuire integralmente,
al netto dell'accantonamento a riserva legale, un dividendo di 16,7 milioni
all'azionista Tesoro. “Da sette anni consecutivi Anas chiude il bilancio in
utile”, ha sottolineato Ciucci, aggiungendo che il Mef dal 2009 ad oggi ha
ricevuto da Anas complessivamente circa 65 milioni (50 mln di dividendo e 15 di
spending review).
lunedì 18 maggio 2015
Netanyahu ricorda che Gerusalemme è casa nostra
[I megliu parianti su' ri dianti. I migliori parenti
sono i denti. Non affidarti ai parenti
ma alle tue forze. Frase calabrese] Gerusalemme è sempre stata la capitale solo
del popolo israeliano e di nessun'altra nazione, ha detto il premier israeliano
Benjamin Netanyahu in un discorso
pronunciato in occasione del “Jerusalem Day” dalla Collina delle Munizioni. “Questa
è casa nostra e qui resteremo”, ha aggiunto il leader del Likud, che pochi
giorni fa ha formato il suo quarto esecutivo, il più a destra della storia di
Israele. “Solo sotto il governo di Israele la libertà di culto potrà essere
garantita ad ogni religione”, ha continuato Netanyahu “e i credenti potranno
pregare nei luoghi santi non a dispetto del nostro governo ma grazie ad esso”,
riporta il quotidiano Haaretz. Il presidente israeliano Reuven Rivlin, invece,
ha usato toni più concilianti, sostenendo che Gerusalemme non appartiene solo
alla storia ebraica: Gerusalemme “appartiene in primo luogo alla sua gente, a
tutti i suoi residenti - laici, religiosi e Haredi (ultraortodossi), ad arabi
ed ebrei”, ha detto Rivlin. “In seno a una Gerusalemme unita ci sono l'Ovest e
l'Est. Non ci sono figli minori”. “Non
ci saranno pace e stabilità in Medio Oriente senza Gerusalemme est come
capitale dello Stato palestinese”: lo ha ribadito all'agenzia di stampa
ufficiale palestinese Wafa Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente Abu
Mazen. Il funzionario ha così replicato alle dichiarazioni rilasciate ieri dal
premier israeliano Benyamin Netanyahu secondo cui “Gerusalemme è la capitale
del solo popolo ebraico, e di nessun altro” e per questa ragione non sarà mai
spartita.
La Vedova Bianca ai vertici dei jihadisti
[L'acqua vulla e 'u porcu è alla muntagna. Nonostante
abbiamo tutto l'occorrente, siamo in tremendo ritardo. L'acqua
bolle e il maiale è sulla montagna. Detto
popolare calabrese] Samantha Lewthwaite, più nota come la “vedova bianca” e
responsabile della morte di almeno 400 persone, è ormai ai vertici del gruppo
jihadista somalo al-Shabaab. Secondo l'intelligence somala - riportano oggi
alcuni media britannici - Lewthwaite sarebbe responsabile, fra l'altro, della
strage compiuta dai terroristi all'università di Garissa in Kenya, con
l'assassino di 148 giovani. La donna, passaporto britannico e laurea alla
London University, ha scalato la gerarchia del potere nell'organizzazione
terroristica somala dopo che molti capi del gruppo somalo erano stati uccisi da
raid di droni. Si è conquistata la fiducia del leader degli al-Shabaab, Ahmad
Umar, ed è responsabile del coordinamento di azioni su vasta scala, da attacchi
suicidi ad autobombe nei mercati e altre stragi di civili. Originaria di
Aylesbury, nel Buckinghamshire, la donna è anche molto attiva nel settore del
reclutamento degli aspiranti jihadisti, in particolare delle donne e dei
giovanissimi, incoraggiati a diventare kamikaze per denaro. Il capo
dell'intelligence somala ha dichiarato al Mirror: “Questa donna è salita nella
scala gerarchica. È una delle figure più importanti all'interno del gruppo
terroristico”. “Non compie attentati in prima persona, è troppo importante, ma
è responsabile di tante morti, di centinaia di morti. Convince i bambini ad
uccidere per lei dopo aver dato denaro alle loro famiglie”. “Noi condividiamo
tutte le nostre informazioni con gli agenti britannici qui a Mogadiscio. Loro
sono qui per controllare la donna e anche altri britannici che sono in
Somalia... Le Sas (special air forces britanniche) stanno quasi per prenderla e
noi siamo pronti a colpire con un raid di un drone. La prenderemo”. “Sappiamo
che si è circondata di altri britannici, la sua gente, perché la sua lingua
somala non è così buona. Sono i suoi luogotenenti e bodyguard”. Lewthwaite è la
vedova di uno degli attentatori suicidi degli attacchi al Londra del luglio
2007, Germaine Lindsay. Dopo gli attentati ha lasciato il Regno unito e il suo
nome è legato a diverse altre azioni terroristiche, inclusa quella al centro
commerciale di Nairobi, quando gli al-Shabaab uccisero 67 persone nel 2013. Secondo
alcune voci si sarebbe sottoposta ad interventi di chirurgia plastica. L'Interpol
ha diffuso un avviso “Red Notice” e i servizi segreti di 200 Paesi le danno la
caccia.
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